Digitalizzazione della PA: tra buone intenzioni, spese correnti e dipendenza tecnologica.

Introduzione

Immagina una Pubblica Amministrazione digitale, moderna e perfettamente funzionante: servizi semplici, sportelli che rispondono al primo click, cittadini felici, dirigenti rilassati. E ora… riapri gli occhi.

La realtà, purtroppo, è spesso ben diversa. Dietro le vetrine luccicanti di portali iper-tecnologici si nascondono sistemi ingestibili, costi ricorrenti e una dipendenza dai fornitori che ha poco a che vedere con l’innovazione e molto con la rassegnazione. A volte si ha l’impressione che la vera trasformazione non sia digitale, ma contabile: tanti progetti, tanti acronimi, e pochi risultati.

Oggi proviamo a raccontare cosa succede davvero dietro le quinte della digitalizzazione della PA. Perché se è vero che molti enti rischiano di restare intrappolati in modelli poco sostenibili, è anche vero che una via d’uscita c’è. E passa da competenze, scelte consapevoli e, sì, anche da un pizzico di coraggio.

La trasformazione digitale: un’opportunità, non un automatismo

La Pubblica Amministrazione italiana sta vivendo un’accelerazione digitale importante, sostenuta dai fondi del PNRR e dalla strategia nazionale “Italia Digitale 2026”. Tuttavia, questa spinta all’innovazione non sempre è accompagnata da una reale capacità di gestione: molti enti, soprattutto piccoli comuni, si trovano a dover progettare e gestire strumenti complessi senza le competenze necessarie.

Il risultato è spesso la dipendenza totale dal fornitore: ogni modifica, aggiornamento o intervento tecnico diventa un nuovo costo, e spesso un nuovo problema. Questo è il cosiddetto “lock-in tecnologico”, che limita la libertà e l’evoluzione dell’ente nel tempo.

Quando finiscono i fondi… iniziano i problemi

C’è poi un nodo fondamentale: la sostenibilità economica nel lungo periodo.
Oggi, grazie ai fondi europei, molti enti hanno potuto attivare nuovi servizi digitali. Ma domani, quando i finanziamenti finiranno, resteranno i costi correnti: canoni annuali, assistenza, manutenzione.

La tecnologia rischia così di diventare una vetrina poco frequentata, attiva più per dovere che per reale utilità.

Cosa si può fare: competenze, autonomia e strumenti aperti

Serve un cambio di paradigma: non basta “digitalizzare”, bisogna governare il cambiamento.
Significa investire nelle competenze interne, costruire soluzioni accessibili, sostenibili e coerenti con i bisogni reali delle comunità.
Significa, soprattutto, evitare la dipendenza da fornitori che offrono soluzioni proprietarie e non trasferibili.

Noi crediamo nel potere della formazione, dell’affiancamento tecnico e del supporto operativo, per mettere gli enti in condizione di fare scelte consapevoli, capaci di durare nel tempo. Non vendiamo software, non proponiamo pacchetti preconfezionati. Offriamo supporto per far crescere le persone e rafforzare l’autonomia degli enti.

Esperienze che funzionano: i Comuni siciliani e l’open source

In Sicilia, alcuni Comuni hanno scelto di usare soluzioni open source per realizzare i propri siti istituzionali, aderendo ai progetti Cittadino Informato e Cittadino Attivo.
Una decisione che ha permesso di migliorare la trasparenza, l’accessibilità e la gestione tecnica, evitando vincoli futuri e valorizzando competenze locali.

Questo dimostra che un’altra digitalizzazione è possibile: concreta, accessibile, senza inutili complessità e senza dipendenze strutturali.

Abbiamo scelto di chiamarci “Marco La Diega Srl” non per protagonismo, ma per responsabilità.
Nel nostro settore, spesso impersonale, ci sembrava giusto mettere la faccia, senza ambiguità. Ma attenzione: non è una società personale, è un progetto collettivo. Marco La Diega Srl è uno staff di professionisti, consulenti e tecnici che lavorano con una visione comune.

Il nome rappresenta un impegno di trasparenza e affidabilità, e ci ricorda ogni giorno che dietro ogni progetto ci sono persone vere, che rispondono in prima persona. Non per apparire, ma per accompagnare, con metodo e spirito di servizio.

La risposta non è smettere di innovare, ma costruire percorsi più intelligenti e sostenibili. L’innovazione digitale funziona quando nasce da una visione chiara, da un’attenta lettura del contesto e da competenze capaci di governarla nel tempo.

È esattamente l’approccio che adottiamo come società di supporto alla PA: non vendiamo software, non proponiamo soluzioni preconfezionate. Affianchiamo gli enti nel costruire la loro autonomia digitale, lavorando fianco a fianco con gli uffici per rafforzare le capacità operative interne.

Formazione, supporto tecnico e accompagnamento operativo sono gli strumenti che utilizziamo per trasferire saperi, evitando ogni conflitto d’interesse: il nostro obiettivo non è trattenere l’amministrazione, ma metterla in condizione di camminare da sola.

Abbiamo già avuto modo di accompagnare diversi enti locali in questo processo. In Sicilia, ad esempio, alcuni Comuni hanno scelto di adottare soluzioni open source per realizzare i propri siti istituzionali nell’ambito dei progetti Cittadino Informato e Cittadino Attivo. Una scelta consapevole, condivisa, che dimostra come si possa innovare senza vincolarsi a piattaforme proprietarie e con un reale impatto sulla trasparenza e l’accessibilità.

Contattaci: parliamone

Scrivici oggi stesso a staff@marcoladiega.it per avviare un confronto sul percorso digitale del tuo ente.

Ti ascoltiamo, ti affianchiamo e lavoriamo insieme a te per costruire un modello sostenibile, efficace e su misura.
Non proponiamo soluzioni da vendere: il nostro obiettivo è rafforzare le competenze interne per rendere la tua amministrazione più autonoma, efficiente e vicina ai cittadini.

La trasformazione digitale è un’opportunità solo se viene capita, condivisa e costruita insieme.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte.

Panoramica privacy

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